In particolare, il rinvio ha ad oggetto un profilo di possibile contrasto tra la normativa interna e quella europea per quanto attiene la disparità delle conseguenze sanzionatorie previste in materia di licenziamenti collettivi tra i lavoratori assunti prima del 07 marzo 2015, data di entrata in vigore del decreto legislativo di cui sopra, e quelli assunti dopo tale tata.
La futura decisione della Corte UE sul punto appare rilevante in quanto, se venisse confermato il contrasto, ciò andrebbe ulteriormente ad incidere sul quadro sanzionatorio inizialmente previsto dal D.lgs. 23/2015, quest'ultimo già modificato alla luce del "Decreto Dignità" e della Sentenza della Corte Costituzionale n. 194/2018.